Lo studio dell’inquadratura in una strategia di marketing

Niente nell’immagine di prodotto risulta più strategico dello studio dell’inquadratura.

Adottando un punto di vista, scegliamo su cosa si debba concentrare lo sguardo del pubblico e perché. Mostriamo e attraiamo. Nel migliore dei casi, accendiamo una scintilla di desiderio nei confronti del prodotto inquadrato.

E allora la sensibilità, la cultura e l’esperienza del fotografo (o meglio: del team) possono fare tutta la differenza del mondo.

Perché saper cogliere ed enfatizzare quelle caratteristiche di prodotto che incontrano i bisogni del pubblico può portare a un’azione concreta: l’acquisto.

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Cosa significa inquadrare?

Quando ci apprestiamo a produrre un servizio fotografico, sappiamo bene che il nostro lavoro verrà pubblicato su tanti supporti e dispositivi diversi: cataloghi, campagne pubblicitarie, manifesti, siti web, social network.

Rispondiamo a una domanda solo all’apparenza banale: cosa significa inquadrare?

Vuol dire letteralmente mettere in quadro (o sarebbe meglio dire, nel gergo fotografico: nel rettangolo). Ancora più chiaro è il corrispettivo inglese “to frame”, ossia inserire in cornice, parzializzare la realtà. 

L’inquadratura limita la visione naturale dei nostri occhi, delimita l’ampiezza dello sguardo, isola uno spazio-immagine privilegiato da osservare.

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Nelle fotografie e nei renderconta solo ciò che vediamo dentro il rettangolo e chi o cosa, all’interno dell’inquadratura, occupa una posizione preminente.

Il percorso visivo nell’inquadratura

Scopo di questo articolo non è quello di illustrare la regola dei terzi, oppure di parlare di come l’occhio umano legga l’immagine o dei fondamentali della fotografia.

Vogliamo piuttosto evidenziare come ogni nostra scelta creativa, dalla luce alla composizione all’inquadratura stessa, sia legata alla strategia marketing dell’azienda.

Se l’intento è quello di esaltare la qualità del materiale di un determinato prodotto, il dettaglio materico occuperà probabilmente il cosiddetto “punto d’ingresso” dell’immagine. Ovvero: sarà il magnete che attira lo sguardo prima di tutto il resto.

Da quel punto, attraverso altri elementi direzionali(forme e spazi, raggi di luce, oggetti, colori) opportunamente dislocati, il pubblico proseguirà il percorso di visita all’interno dell’immagine, alla scoperta degli altri “co-protagonisti” della nostra istantanea.

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Perché lo studio dell’inquadratura è strategico

Anche l’ombra può assumere una funzione strategica: non solo dà profondità all’immagine, ma contribuisce a stimolare la curiosità dell’osservatore, chiamato ad aguzzare la vista per leggere le zone meno illuminate.

Nella composizione dell’inquadratura, nulla è lasciato al caso

La profondità di campo, il punto d’osservazione, la messa a fuoco, la luce, lo sfondo, il primo piano, la posizione e il peso degli elementi all’interno dell’inquadratura… tutto contribuisce a produrre significato, a veicolare messaggi, organizzandosi in una vera e propria grammatica dell’immagine

L’inquadratura è un elemento cruciale nella fotografia, perché mette in risalto i particolari, comunica lo stile, stimola emozioni. 

Delle inquadrature oculate possono influenzare la percezione dei prodotti da parte del pubblico, contribuendo al successo delle campagne di marketing e vendita. 

Un’ultima considerazione, per concludere: in un mondo digitale perennemente affamato di nuovi contenuti, ogni immagine ha pochi istanti a disposizione per essere notata e compresa, e per consegnare al pubblico il messaggio che un’azienda vuole comunicare intorno al brand o al prodotto. Anche questo fattore ha un peso molto rilevante nello studio dell’inquadratura.